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Dissequestrata la Ferrari dell’imprenditore meratese ceduta prima del provvedimento
Il Tribunale del Riesame di Lecco ha accolto quest’oggi il ricorso promosso, tramite l’avvocato Zanalda sostituito in Aula dalla collega Pollini, dal legale rappresentante della società “Rosso Corsa”, per il dissequestro della Ferrari “F430 scuderia” della quale la srl di Milano ha dimostrato di essere il legittimo proprietario. Come si ricorderà la “supercar” di colore giallo era stata sequestrata lo scorso 31 ottobre all’imprenditore Ivan Bartoli congiuntamente ad una “599 GTB Fiorano” rossa con cambio al volante al fine di garantire le disponibilità economiche per soddisfare il debito che l’uomo avrebbe maturato nei confronti dello Stato.
Una società riconducibile al meratese avrebbe infatti – citando la nota stampa diffusa dalla Guardia di Finanza – fatto ricorso “al sistematico utilizzo fraudolento di fatture relative ad operazioni insistenti” con l’utile dell’impresa che “veniva “annacquato” dall’inserimento a bilancio di costi non realmente sostenuti, bensì falsamente attestati – per mezzo di falsa fatturazione – da una società di comodo collocata in Gran Bretagna e avente quale unico scopo quello di interporsi fittiziamente tra il soggetto lecchese ed il proprio fornitore extra UE”.
Da qui dunque la segnalazione alla locale Procura della Repubblica per “dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti” e il conseguente sequestro di due bolidi della casa automobilistica di Maranello di proprietà di Bartoli che, esattamente una settimana fa, aveva rinunciato al richiesto riesame, venendo condannato al pagamento delle spese.
Non ha “mollato la presa” invece la “Rosso Corse” che aveva acquistato dall’indagato la “F430 scuderia” giusto qualche giorno prima del sequestro disposto dal sostituto procuratore Paolo Del Grosso. “Sul certificato dell’auto è annotato il trasferimento ma il trasferimento non risulta al Pra” ha spiegato l’avvocato Pollini, puntualizzando come per quest’ultima adempienza fosse stata incaricata un’altra società dedita proprio al disbrigo di pratiche burocratiche e evidenziando, dal canto opposto, l’esistenza però di un atto del 23 ottobre, firmato dal venditore e da un notaio, che attesta l’avvenuto passaggio del bene così come una ricevuta di un bonifico da 97.000 euro effettuato dalla stessa “Rosso Corse” in favore della “Fashion” di Bartoli quale saldo per l’acquisto della Ferrari, riscattata in precedenza dall’imprenditore da una società di leasing, titolare della prima iscrizione al Pra.
Ricordando dunque come il “sequestro per equivalenza” effettuato sia finalizzato alla confisca in caso di eventuale condanna dell’imprenditore e evidenziando come per poter operare tale provvedimento sia necessario chiaramente che il bene sia nelle disponibilità dell’indagato e – per giurisprudenza – non si debba ledere terzi estranei al reato, l’avvocato Pollini che ribadito la richiesta – già presentata per iscritto – di dissequestro.
Ha invece espresso parere contrario il dottor Del Grosso che ha focalizzato la propria attenzione sulla mancata registrazione al Pra del passaggio di proprietà, specificando come a suo modo di vedere, “Rosso Corse” “potrà rivalersi in sede civile su Bartoli”.
Di diversa opinione il collegio, presieduto dal dottor Enrico Manzi con giudici a latere i colleghi Gian Marco De Vincenzi e Salvatore Catalano che, dopo essersi ritirato in camera di consiglio, ha accolto il ricorso disponendo la restituzione del veicolo alla srl di Milano, demandando alla Guardia di Finanza l’annotazione al Pra.
15 i giorni per il deposito della motivazione.
Merate on line – 27/11/2014